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DELIVERY: indispensabile ma troppo costoso, il delivery non rende.

19 agosto 2020/in News /da sviluppostartup
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RISTORAZIONE NUOVI SCENARI

11 giugno 2020/in News /da sviluppostartup

Fare ristorazione non è impresa facile, soprattutto nelle grandi città. I dati dell’ultimo rapporto Fipe sull’andamento dei pubblici esercizi in Italia rivelano che il settore continua a crescere (+1,7%), ed è arrivato a 46 miliardi di euro nell’ultimo anno, che salgono a 84 miliardi considerando anche i bar, ma il tasso di mortalità si mantiene elevato: il 25% dei nuovi locali chiude entro un anno e il 57% lo fa nel giro di cinque anni. Il turnover è un fatto abbastanza normale nel comparto, riflette le trasformazioni della società e i gusti del cliente, ma ci sono aspetti che concorrono a rendere tutto più complesso, dal ricambio del personale ai costi ingenti di locazione. Un tempo era la gestione familiare del locale, di cui spesso si possedeva anche la proprietà immobiliare, a rappresentare il modello di sostenibilità economica. Oggi la ristorazione è un campo aperto, nel quale sono entrate holding e fondi di investimento che si contendono location di prestigio non solo per gli incassi che ne derivano, ma anche per imporre il proprio brand in chiave internazionale. Affrontando, peraltro, spese di avviamento sempre più consistenti per locali che diventano flagship di potenziali catene. In sostanza, il vincolo di bilancio si basa non tanto sulla singola location quanto in termini di gruppo, nel cui consolidato entrano in quota spesso importante le royalties del sistema franchising. Le spese però sono aumentate e questo ha imposto sia una gestione manageriale del locale, che non può più essere caratterizzato dalle inefficienze “storiche” della ristorazione, sia la necessità di aumentare gli incassi spalmandoli durante la giornata. I ristoranti hanno orari più flessibili e tengono aperta la cucina anche in orario pomeridiano, intercettando i flussi turistici; le caffetterie qualificano l’offerta della pausa pranzo e arrivano fino all’aperitivo; i bar diventano centri di aggregazione e coworking. La trasformazione è visibile, ma per realizzarla servono risorse finanziarie. Non si tratta di un sistema chiuso, perché possono sempre nascere nuovi brand, ma certamente servono progetti mirati per riuscire a distinguersi e poi, passaggio successivo, per trovare il giusto partner disposto a sostenere lo sviluppo.

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Glovo apre a Milano la prima dark kitchen

5 marzo 2020/in News /da sviluppostartup

Il fenomeno delle dark kitchen sta diventando realtà. Lo dimostra la scelta di Glovo, che ha aperto a Milano la sua prima Cook Room dedicata alla cucina in outsourcing per i partner della ristorazione. Può ospitare fino a sei partner con spazi dedicati e i primi quattro ad aver aderito al progetto sono Tomatillo, Pacifik Poke, Pescaria e Bun, già operativi nella cucina professionale allestita dalla piattaforma presente in oltre cento città d’Italia.

In questo modo, Glovo darà respiro ai ristoranti che, in condizioni normali di lavoro (certamente non in questi giorni caratterizzati da un forte calo di presenze), faticano a gestire le consegne tramite rider con rischio di saturazione delle cucine. Inoltre, si apre la possibilità di potenziare le vendite senza dover aprire nuovi locali, con conseguente incremento dei costi di affitto e di gestione.

Quella di Milano è la prima Cook Room italiana e la sesta a livello mondiale per Glovo, che è già presente con formule analoghe in Spagna (una a Madrid e una a Barcellona) e in America Latina(due a Lima e una Buenos Aires).

 

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PARFOIS: apertura di un secondo store con la firma di Retalia

15 dicembre 2019/in News /da sviluppostartup

Una nuova apertura di un punto vendita a firma Retalia con insegna PARFOIS nel Centro Commerciale NEAPOLIS in via Argine a Napoli,  è prevista per mercoledi 18 dicembre 2019.

PARFOIS è un marchio portoghese di accessori di moda femminili ed accessori donna, borse, bigiotteria, orologeria, cinture, scarpe, occhiali da sole, borse da viaggio, sciarpe e cappelli.

Fondato nel 1994 da Manuela Medeiros con l’apertura del suo primo negozio, oggi conta più di 1000 negozi sparsi in tutto il mondo.

Il punto forte del brand è la logistica che assicura settimanalmente ai punti vendita, collezioni sempre nuove ed aggiornate costantemente in linea con la stagionalità.

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Gps e Beacon, così tutta Piacenza è a portata di smartphone.

24 novembre 2015/in News /da sviluppostartup

Piacenza App permette agli utenti di approfondire con contenuti multimediale la visita ai monumenti della città emiliana.

«Click» e compaiono le informazioni sul Duomo di Piacenza; «click» e si scoprono curiosità sulla Collezioni di Armi di Palazzo Farnese. Tutto possibile con Piacenza App dal 19 novembre che ha reso la città emiliana la prima in Italia a essere mappata attraverso la piattaforma IMPApp basata sulle tecnologie iBeacons e Gps, diventando a tutti gli effetti una Smart City che si racconta da sé. L’applicazione è già stata selezionata come una delle dieci migliori innovazioni della pubblica amministrazione nel corso di Smart City Exhibition – Citizen Data Festival, che si è tenuto dal 14 al 16 ottobre scorsi a Bologna. Lo scorso anno IMApp, la piattaforma tecnologica su cui si basa la App Piacenza, era stata impiegata per l’applicazione ufficiale dei Musei Civici di Palazzo Farnese, ma con il 2015 è stato deciso di estenderla a tutto il capoluogo emiliano.

IMApp accompagna il visitatori in ogni percorso all’aperto o al chiuso e invia informazioni dettagliate come descrizioni di un monumento o storie e curiosità legate a un palazzo o a una chiesa. Basta accedere alla app per ricevere in tempo reale le informazioni sul proprio smartphone (o anche su uno smartwatch) sul Duomo di Piacenza e altri monumenti e siti di interesse della città, grazie alla microlocalizzazione. L’idea è di offrire ai turisti, ma anche ai cittadini, una guida turistica semplice da usare attraverso una mappa interattiva che mostri i principali punti di interesse storico e artistico e che guidi i visitatori lungo il percorso per raggiungerli, grazie al Gps. Durante il percorso, Piacenza app fornisce descrizioni e contenuti multimediali che si possono anche cercare manualmente e condividere sui propri social network. Nel caso in cui il segnale Gps non sia abbastanza potente, come per esempio all’interno delle chiese o tra le strette strade del centro storico, intervengono i beacons (sono 300 dislocati in tutta la città). I trasmettitori Bluetooth emettendo segnali radio a basso consumo per un raggio che va da pochi centimetri fino a 40 metri di raggio, riescono a individuare i dispositivi e a comunicare l’azione abbinata. Oltre ai siti turistici, nell’applicazione sono presenti anche i principali centri di pubblica utilità, come ospedali, biblioteche, farmacie, questure e uffici comunali, indicandone l’orario di apertura, il contatto diretto e i servizi disponibili, con la possibilità di collegarsi alla pagina specifica del sito web del Comune e procedere alle eventuali prenotazioni. La app è disponibile, gratis, per iOS e Android.

20 novembre 2015 | 19:15 (di Carolina Saporiti)Beacon-kIcC-U43130693513093w2-593x443@Innovazione-Web

Rasoio laser

Il rasoio del futuro? Una lama laser !

9 novembre 2015/in News, Nuove Tecnologie /da sviluppostartup

Rasoio laserSi chiama Skarp e sembra un comune usa e getta di plastica, ma sfrutta una nuova lunghezza d’onda che elimina i peli senza irritare. Disponibile sul mercato dal 2016.

È un po’ di tempo (per l’esattezza quattordici anni) che ci stanno lavorando. Ma forse questa è la volta buona. Morgan Gustavsson e il suo team californiano nel 2001 si sono dati un obiettivo: mandare in pensione i vecchi sistemi utilizzati per farsi la barba (e la ceretta) finora. Uomini e donne di tutto il mondo, forse ci siamo: il laser ci salverà dai peli superflui (soprattutto ora che le barbe degli hipster sono andate decisamente fuori moda). Nel 1989 Gustavsson fu uno dei primi a sviluppare il metodo della luce pulsata, una soluzione ancora oggi usata sia per la rimozione di peli che per alcuni trattamenti delicati sulla pelle. Ma ora si è superato. Ha lanciato la sua campagna su Kikstarter e ha fatto il botto: quasi quattro milioni di dollari raccolti da ventimila sostenitori per Skarp (che in svedese significa affilato). Lui lo presenta come «il rasoio del 21esimo secolo». E se davvero dovesse funzionare potrebbe anche ambire a diventare «il rasoio del terzo millennio». Design minimal, forma che più o meno ricorda un comunissimo Bic di plastica, in realtà è un concentrato di tecnologia. Nel 2009 è stata scoperta una particolare lunghezza d’onda che, tramite un nuovo cromoforo (cioè una molecola che cattura la luce e colora una sostanza), agisce su peli e capelli di ogni colore. La logica è quella della depilazione: che però usa la melanina come cromoforo (la melanina assorbe il laser scaldando e incenerendo i peli). Il rasoio di Gustavsson utilizza lo stesso procedimento ma cambia tipo di cromoforo tanto da far agire il laser sul pelo con precisione digitale e senza alcun tipo di irritazione. Il suo arrivo è previsto a marzo nel 2016 ma solo per chi lo ha precedentemente ordinato su Kickstarter. Costerà tra i 159 e i 189 dollari e, almeno secondo il video di presentazione, potrà essere utilizzato anche per la depilazione femminile. Sempre nel video, l’inventore aggiunge: «Ogni anno, solo negli Stati Uniti, si buttano via 2 miliardi di rasoi. Rasoi che inquinano andando a finire nelle discariche perché difficili da smaltire». Guance lisce e pollice verde. (di Massimiliano Del Barba – Corriere Della Sera)

APP EDITOR

Vi presento Snapp La app che crea le app

10 settembre 2015/in News, Nuove Tecnologie /da sviluppostartup
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Ripetizioni e appunti online, la startup che strega la Silicon Valley !

10 settembre 2015/in News /da sviluppostartup

A Docsity quattrocentomila euro di finanziamento da alcuni tra i fondatori e top manager di Soundcloud, Dropbox e GoEuro. Il segreto? Un milione e duecentomila iscritti in tutto il mondo (di Giulia Cimpanelli).

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Tre colossi della Silicon Valley che investono in una startup italiana. Un sogno che gli imprenditori innovativi nostrani considerano utopia. E che invece può trasformarsi in realtà. Quando alcuni tra i fondatori e top manager di aziende come Soundcloud, Dropbox e GoEuro credono in team, scalabilità e modello di business. Lo assicura Riccardo Ocleppo, fondatore di Docsity, sito di riferimento per lo scambio di appunti e ripetizioni sul web. Che «dopo tante porte in faccia», dice lui, è riuscito ad aprirne tre di tutto rispetto. E ha appena ricevuto un investimento di 400.000 euro da un gruppo di investor, perlopiù americani (oltre ai tre colossi un investitore newyorkese, ma anche un parigino e dei privati italiani).

I numeri del successo

Qual è il segreto? «Ci vuole perseveranza. – spiega – ma anche un po’ di fortuna. Un modello scalabile e un ottimo team, che sono i requisiti più interessanti oltreoceano». E numeri: 1.200.000 iscritti, con un tasso di crescita medio di 1.500 nuovi iscritti al giorno. Sono inoltre 450.000 gli appunti caricati e oltre 1.000.000 i contenuti condivisi dagli utenti della community in sette lingue. «Altro punto a nostro favore – prosegue – l’espansione naturale nei paesi di lingua spagnola, dalla Penisola Iberica al Sud America, in cui abbiamo 170.000 iscritti: per il mondo anglosassone è importante che una startup guardi oltre i confini nazionali».

Come funziona

Come funziona Docsity? Sulla piattaforma uno studente trova supporto per preparare una verifica o un esame universitario. L’online tutoring chiude il cerchio: con il lancio del servizio, lo scorso marzo, gli utenti hanno a disposizione, sette giorni su sette, tutor selezionati per un sostegno allo studio personalizzato. Perché la startup, oltre a offrire un servizio agli studenti, dà possibilità di lavoro: «Abbiamo ricevuto candidature per il tutoring da oltre 600 persone che abbiamo colloquiato. Ne abbiamo scelte, a oggi, 95». I costi delle lezioni vanno dai 15 ai 25 euro all’ora in base al profilo e all’esperienza del tutor: «Tra loro anche profili super specializzati come una laureata in giurisprudenza che è stata tra i primi cinque all’esame di stato». Insomma, Docsity fonda il suo funzionamento sulla sharing economy. Ecco perché lo stesso fondatore la definisce l’«AirBnB dei servizi allo studio»: «E’ una risorsa complementare allo studio a 360 gradi e si basa sul concetto peer to peer, istruzione passata tra pari». Permette di condividere appunti, domande, video e tutor certificati a disposizione per lezioni private. Nel periodo pre maturità, inoltre, offre delle corsi online di preparazione con «classi» digitali di 30 studenti: «Le lezioni sono gratuite, l’approfondimento individuale è a pagamento, l’aula è interattiva e si può parlare con il tutor». L’ingresso dei nuovi soci consentirà a Docsity di consolidare la propria posizione di leadership in Italia investendo sul miglioramento del servizio offerto agli studenti e in iniziative di marketing mirate. Allo stesso tempo la crescita «spontanea» della community anche all’estero, pari a circa il 20% del traffico generato, apre nuovi scenari per sviluppare in futuro il modello di business anche in nuovi paesi.

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Le 15 startup europee candidate a diventare miliardarie: per l’Italia c’è Mosaicoon

10 settembre 2015/in News /da sviluppostartup
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